LUCIANA PASQUIN – a cura di Alberto Moioli, critico d’arte AICA
06.10.2017
” Affacciarsi alle opere di Luciana Pasquin significa lasciarsi necessariamente coinvolgere e travolgere piacevolmente dalle sensazioni che emergono dai forti e accesi contrasti cromatici e dagli evidenti rimandi che giungono da molto lontano.
Luciana Pasquin dipinge le sue opere seguendo un istinto particolare che proviene dal profondo della sua anima, emerge in superficie e si materializza sulla tela attraverso un’espressione creativa incentrata sull’indagine di un nuovo alfabeto, basato sulle emozioni provenienti dalle più belle pagine della storia dell’arte.
Le opere più recenti mostrano una ricerca verso l’appiattimento primordiale delle forme ed un ritorno alla figurazione primitiva. La presenza dei volti delle amazzoni ci riportano alle sperimentazioni stilistiche di inizio del secolo scorso quando una parte della ricerca impressionista prese una strada differente inseguendo un ritrovato istinto primordiale. Se, nelle opere di Luciana Pasquin, l’esperienza Fauve i riemerge attraverso una rinnovata ricerca verso forme e schemi cromatici schietti e immediati, è palese la presenza del ritorno a quello scenario estetico nordafricano che ha tanto influenzato l’arte occidentale nei suoi periodi creativi più floridi.
Le amazzoni, qui presenti, sono la testimonianza più evidente del fascino primitivo che ancora una volta riesce a coinvolgere e ad emozionare attraverso un mondo che può offrire ancora infinite ispirazioni artistiche ed espressamente simboliche. Luciana Pasquin ha il pregio di scoprirsi al pubblico attraverso una sensibilità creativa molto particolare e
ricercata, le cromie intervallate dal tratto grafico riescono a donare ad ogni opera un ritmo tribale che alimenta la tensione vibrante, percepita come autentico fil-rouge del suo stile.
“… Io credo che la mia arte, che tu ami, sia un seme che spero di poter coltivare laggiù per me stesso, in uno stato primitivo e selvaggio” scriveva Paul Gauguin ii nel 1890 al pittore e amico francese Jean-Bertrand Redon , anticipando il suo piano di fuga dalla civiltà verso una ricerca, soprattutto espressiva, dove ad emergere, proprio come ora nei dipinti di Luciana, era l’essenza, una nuova visione attraverso forme e colori estremamente semplificati, arcaizzanti e puri. Il ritorno all’essenza della pittura, alla semplicità espressiva, alla sintesi coloristica e grafica appartiene a percorsi che hanno lasciato segni molto importanti nella storia dell’arte. “L’arte giapponese aveva persuaso i giovani pittori occidentali (Van Gogh e Paul Gauguin) che un quadro avrebbe suscitato una più profonda impressione se si fossero sacrificati la modellatura e altri dettagli a favore di un’audace semplificazione.” Così si esprimeva il prof. Ernst Gombrich iv nello spiegare l’abbandono, in quel periodo, della ricerca della profondità compositiva per concentrarsi sull’intensificazione delle partiture coloristiche di opere, che oggi, appartengono alla coscienza visiva di ognuno di noi. In tale contesto l’artista riesce a semplificare il disegno amplificandone parimenti le possibilità e potenzialità immaginative dando vita ad interpretazioni che arrivano da mondi lontani e affascinanti e gioca graficamente con l’interpolazione dei piani cromatici che fluiscono in interessanti labirinti grafici. Nulla tradisce l’intuizione compositiva delle forme delle opere di Luciana, ma il problema più rilevante risulta essere sempre la figurazione del colore che in ogni dipinto svela suggestioni di storie e culture lontane. Le opere dell’artista dimostrano dunque una spiccata sensibilità espressiva, il suo cammino artistico saprà offrire sicuramente nuovi spunti e riflessioni creative, elementi che meritano di essere seguiti da molto vicino.”
Alberto Moioli
************
LUCIANA PASQUIN
Recensione di Alessandra Anca Palel, curatrice d’arte
1.06.2017
“Luciana Pasquin artista eclettica e creativa, spazia con un’autentica passione e vitalità dalla pittura alla poesia. L’indole poetica dell’artista si riflette nella sua pittura, che supera la figurazione formale, proponendo una visione essenziale ed enigmatica con una tecnica compositiva vivace, di ricercata policromia dove pennellate morbide e tonalità sgargianti fluiscono in un equilibrio articolato e scorrevole. La tecnica pittorica si avvale di vibranti sovrapposizioni cromatiche dove la scelta sapiente dell’artista è quella di un linguaggio di sublimazione alchemica, di astrazione di forme e volti che ricorda la matrice ancestrale e induce ad una vera esplosione di significati e interpretazioni coinvolgendo l’osservatore in un viaggio di ricordi e suggestioni. Lo sguardo è rapito in questa sintesi elaborata che richiama la simbologia e che rivela visioni uniche coinvolte in una danza esuberante inondata da una travolgente vitalità in un mondo sospeso fra ritmi primordiali e universi da esplorare. La flessuosità delle figure stilizzate e le inebrianti asimmetrie, creano un insieme scenico di accattivante sintonia e forte valore energetico in un’arte intrigante ed avvolgente che accarezza l’anima.” Alessandra Anca Palel
****************
RECENSIONE SUL VOLUME CARTACEO E WEB DELL’ENCICLOPEDIA D’ARTE ITALIANA 2017/2018 :
http://www.enciclopediadarte.eu/scheda-mobile.asp?id=1023
www.sentieridipaceepercorsidiconsapevolezza.it/